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STUDI

INTORNO
ALLA STORIA DELLA LOMBARDIA
NEGLI ULTIMI TRENT'ANNI
E DELLE CAGIONI
DEL DIFETTO D'ENERGIA DEI LOMBARDI

Manoscritto in francese di un Lombardo voltato in italiano da un Francese

PARIGI

1847

PARTE PRIMA

Chi abbia scorsa la Lombardia nella prima parte di questo secolo, chiabbia studiato la storia d'Italia, chi abbia militato al fiancodegl'Italiani negli eserciti imperiali, ed in ispezieltà veduti iventisettemila o che soldati partiti dall'Alta Italia o dal reame diNapoli perire tutti nelle gelide pianure della Russia o nei fluttidella Beresina, spirare da valorosi con la spada in pugno, senzagemiti nè omei, cadere aggelati nell'atto di locarsi tra le file,oppure percossi da accêtta nell'inchiodare l'ultimo cannone da essicolà trascinato, se oggidì scendesse di nuovo dall'Alpi, crederebbe astento al testimonio degli occhi suoi propri, e si persuaderebbe forsedi essere sceso frammezzo ad un popolo ignoto e nuovo per lui. Cheavvenne egli mai in Lombardia da trent'anni a questa parte?Gl'Italiani e i Lombardi al par degli altri, sono stati in ogni tempopur troppo agitati ed irrequieti. Leggi gli storici dell'Italia, e tisi pareranno dinanzi fazioni senza numero che cozzano fra loro;capi-parte che s'attraversan l'un l'altro, si scontrano a mezza lavia, e a vicenda si tolgono amici, fautori e sussìdi; città chesollevansi contro i loro signori, e agevolmente discaccianli,chiamandone altri in loro vece, od ingegnandosi di farne senza, colgovernarsi a comune; signori discacciati che non di rado vengonorichiamati prima di avere avuto tempo d'uscire da un angustoterritorio; giurati loro nemici che fanno sacramento di servirli,mentre i loro successori escono dalla porta opposta a quella per cui iprimi rientrano nella città capitale. Il papa, l'imperatore, il re diFrancia, e in séguito anche il re di Spagna, quei quattro grandiindirizzatori di tutti i moti italici, da cui traevan profitto, sispartivano a vicenda le città e le province italiane; ned io saprei sesi possa in tutta quanta la Penisola trovare una città che non abbia,ed anche con breve intervallo di tempo, aperto le sue porte, e accoltocon tripudio pria questo, poi quello dei detti prìncipi. Non intendogià, nel dettar queste linee, a fare un elogio del carattere italiano.Potrà esso venir tacciato d'incoerenza, di leggerezza, di soverchiaambizione, di incostanza, d'infedeltà e simili vizi. Ma almeno non glisi può apporre l'inerzia, l'immobilità, la stupidità, la meticolosità,l'indifferenza per le cose politiche. E per non parlare qui d'altriche dei Lombardi, e della loro condotta nel tempo preceduto aitrent'anni ultimi scorsi, dirò ch'essi mai non cessarono di spiegarequell'operosità un po' irrequieta cui sono naturalmente disposti.

Dotato da Luigi XII d'una costituzione assai simigliante a quella ondegodono a presente la Francia e l'Inghilterra, giacchè essa conferivala potestà legislativa a due camere, la più alta delle quali era lasola di cui il pri

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