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BIBLIOTECA RARA

PUBBLICATA DA G. DAELLI
VOL. XL.
LA STREGA

TIP. REDAELLI

Proprietà letteraria G. DAELLI e C.

LA STREGAOVVERODEGLI INGANNI DE' DEMONI

DIALOGO

di

GIOVAN FRANCESCO PICODELLA MIRANDOLA

tradotto in lingua toscanadaTURINO TURINI

MILANO
G. DAELLI e C., EDITORI
M. DCCC. LXIV.

AVVERTENZA DELL'EDITORE

Giulio Michelet scrisse la leggenda della Strega, leggenda piùmeravigliosa ed attraente che le stupide storie estorte coi tormentidalle imaginazioni inferme di povere donne in delirio. Col suoprofondo sapere del medio evo, il grande storico mostrò come ildiavolo fosse il necessario consolatore nelle dolenti tenebre diquell'età; come insegnasse segreti e rivelasse semi di futura scienza;come perseguitato dai signori e dai preti, contr'alla cui tirannidenon era invocato invano, il diavolo diventasse uno spirito di Dio,quando serviva alla corruzione od alla avarizia sacerdotale. Cosìgl'idoli, nei primi tempi della nova fede, furono ai preti or diavolior santi, secondo che loro tornava. Non si può leggere senza pietàquello strazio di anime più assetate di conforti, più avided'idealità, che veramente colpevoli.

Il Michelet profonde le testimonianze non meno della scelleraggine chedella stupidità inquisitoriale. Il Malleus di Sprenger è l'Iliadedella stregheria. Tutte le luride fantasie della ignoranza popolare, etutte le imposture della catalessia claustrale vi andarono a mettercapo. Mancava però nel Michelet la testimonianza di un filosofo, di unprincipe, di un uomo di stato, di un letterato che rannettesse lesciocchezze della credulità moderna alle favole della credulitàantica, che velasse di bello stile e di reminiscenze classichegl'instrumenti di supplizio che adornano le sale del sant'Ufizio.Questo filosofo, letterato, statista lo presentiamo noi ai lettorinella persona di Giovan Francesco Pico della Mirandola, che tral'infinite sue opere, non essendo vero che tenesse mano a far monetefalse, volle pure inserire questa falsa moneta della Strega, conl'impronta e il colore della buona antichità.

«Giovanfrancesco Pico dalla Mirandola, figlio di Galeotto fratello diGiovan Pico, era nato, dice il Tiraboschi, nel 1470. Attese agli studjin Ferrara, dove di molto aiuto dovette essergli l'assistenza el'esempio del suo zio Giovanni, che ivi fece lungo soggiorno. Dopo lamorte del suddetto Galeotto fratel di Giovanni, che accadde nel 1499,Gianfrancesco gli succedette nel dominio della Mirandola. Ma Lodovicodi lui fratello pretendeva di aver diritto a quel principato, ed egliavea un forte sostegno in Francesca sua moglie, figlia del famosoGianiacopo Trivulzi, generale allora dell'armi di Francia. Unitosidunque con Federigo suo fratello, e aiutato da Ercole I, duca diFerrara, e dal suddetto Trivulzi, nel 1502, costrinse colle armiGianfrance

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