[i]

SCRITTORI D’ITALIA


SANTA CATERINA DA SIENA

LIBRO DELLA DIVINA DOTTRINA
VOLGARMENTE DETTO
DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA

[ii]


SANTA CATERINA DA SIENA

LIBRO DELLA DIVINA DOTTRINA
VOLGARMENTE DETTO
DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA

NUOVA EDIZIONE
SECONDO UN INEDITO CODICE SENESE
A CURA DI
MATILDE FIORILLI

Constanter et non trepide. GLF

BARI
GIUS. LATERZA & FIGLI
TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI
1912

[iii]


PROPRIETÁ LETTERARIA


AGOSTO MCMXII—31955

[1]

AL NOME DI IESU CRISTO CROCIFIXO E DI MARIA DOLCE

Questo libro fece la venerabile vergine Caterina da Siena mantellata disancto Domenico

Liber divine doctrine date per personam Dei Patris intellectui loquentisgloriose et sancte virgini Caterine de Senis predicatorum ordinis.Conscriptus ipsa dictante licet vulgariter et stante in raptu actualiteret audiente quid in ea loqueretur Dominus Deus et coram pluribusreferente

[3]

CAPITOLO I

Come l’anima per orazione s’unisce con Dio, e come questa anima, dela quale qui si parla, essendo levata in contemplazione, faceva aDio quatro petizioni.

Levandosi una anima ansietata di grandissimo desiderio verso l’onore diDio e la salute de l’anime; exercitandosi per alcuno spazio di temponella virtú, abituata e abitata nella cella del cognoscimento di sé permeglio cognoscere la bontá di Dio in sé; perché al cognoscimento séguital’amore, amando cerca di seguitare e vestirsi della veritá. E perché inveruno modo gusta tanto ed è illuminata d’essa veritá quanto col mezzode l’orazione umile e continua fondata nel cognoscimento di sé e di Dio(però che l’orazione, exercitandola per lo modo decto, unisce l’anima inDio, seguitando le vestigie di Cristo crocifixo), e cosí per desiderio eaffecto e unione d’amore ne fa un altro sé.

Questo parbe che dicesse Cristo quando disse: «Chi m’amará e servará laparola mia Io manifestarò me medesimo a lui, e sará una cosa con meco eIo con lui». E in piú luoghi troviamo simili parole, per le qualipotiamo vedere che egli è la veritá che per affecto d’amore l’animadiventa un altro lui. E per vederlo piú chiaramente, ricòrdomi d’avereudito d’alcuna serva di Dio che essendo in orazione, levata con grandeelevazione di mente, Dio non nascondeva a l’occhio de l’intellecto suol’amore che aveva a’ servi suoi: anco el manifestava, e tra l’altre cosediceva:—Apre l’occhio de l’intellecto e mira in me, e vedrai la dignitáe bellezza della mia creatura che ha in sé ragione. E tra la bellezzache io ho data a l’anima creandola a la imagine e similitudine mia,raguarda costoro che sono vestiti del vestimento nupziale, cioè dellacaritá, adornato di[4] molte vere e reali virtú, uniti sonno con meco peramore. E però ti dico che se tu mi dimandassi:—Chi sonnocostoro?—Rispondarei—diceva il dolce e amoroso Verbo:—Sonno un altrome, perché hanno perduta e annegata la propria volontá, e vestitisi,unitisi e conformatisi con la mia.—...

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