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LO

ASSEDIO DI ROMA
DI
F.D. GUERRAZZI
SECONDA EDIZIONE
RIVEDUTA E CORRETTA DALL'AUTORE
LIVORNO
TIPOGRAFIA A.B. ZECCHINI

1864.

Proprietà Letteraria di A.B. ZECCHINI E P. LUCCHESI

LO ASSEDIO DI ROMA

DI
F.D. GUERRAZZI

PROLEGOMENI

Roma!

E' corre vecchia fama che Roma sia parola arcana, e significhi Amor,ed io ci credo, però che sappia come l'Amore nascesse ad un partoinsieme coll'Odio; ora Roma, appunto rappresenta l'Amore indomato delsangue latino alla terra latina, e l'Odio religioso contro lostraniero da qualsivoglia plaga si muova per contaminare la terralatina.

Roma crebbe la sua terra con la polvere degli stranieri: e fugiustizia; ma poi le piacquero i gaudi della strage, e la voluttàacre dello imperio del mondo; allora si accese contro lei l'ira diDio; i barbari vennero da contrade rimotissime prima a rovesciarla nelsepolcro, poi a seppellire lo stesso sepolcro.

Però che anco sepolta Roma metta spavento.

E tuttavia, in fondo del sepolcro sotterrato Roma meditò un'altrasignoria; all'antica rete dalle maglie di ferro sostituiva la retesacerdotale dalle maglie di fede, e gittatala su le coscienzeimprigionò da capo molta parte del mondo.

Anche questa fu colpa, e più trista della prima, però lavendetta ne dura più lunga. I padri nostri peccarono e noi portiamoil peso delle loro iniquità. Veramente ella si merita il saluto diNiobe delle nazioni; lei a buon diritto appellano madre le animedesolate; veruna città patì maggiori ingiurie di lei: qui, pureieri, al popolo romano plaudente alla libertà il littore francesedisse: basta[1], e il popolo tacque, e qui, mila e mila anni fa, ilsoldato gallo che profanò temerario la veneranda canizie delsenatore cadde col cranio fesso dal colpo dello scettro di avorio.

[1] Nella relazione scritta da Filodemo dei gesti del Comitato nazionale romano di cui l'ultimo atto non ha riscontro negli annali delle infamie politiche, sicchè per trovargli conveniente paragone è mestieri ricorrere al furto a mano armata della banca Parodi, e che pure fu visto difeso su pei Diari la Nazione di Firenze, e la Gazzetta di Torino, in cotesta relazione, dico, si legge come certa dimostrazione popolesca fosse ammannita dall'eroico comitato consenziente, o connivente il padrone di Francia, onde quando parve la dovesse cessare, i giendarmi andando attorno dicevano: Assez!

Di cui la colpa? Colpa è di coloro i quali mentre Roma, e Veneziaarieno ad essere i punti estremi della cote su cui arrotare il ferro,e la virtù italiana gittarono dentro lo spazio che intercede trauna terra e l'altra viltà, avarizia, ogni maniera di malvagepassioni, e ignoranza e ne tramarono il lenzuolo dentro il quale siavvolgono i popoli diventati cadaveri.

I preti quando dintorno rintrona il ruggito del lione tremano, efuggono; allorchè poi vedono accostarsi le volpi dicono: perchèce ne andremo? Non siamo volpi anche noi? Il crisma del Signore nonfabbrichiamo noi altri? Sicchè, se siamo unti non si domanda nèanco! Quanto a c

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