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Ecco un libro sbagliato.
E poichè una cortese ma assidua insistenza durata oramai tre anni,riuscì pure a levarmi di sotto questa prefazione che non scrissivolontieri, così, per patto espresso, mi serbai il diritto di direl'animo mio tutto intero e lo dico.
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Ai lettori (se il libro ne avrà, che non li merita) riuscirà difficilecapire come diavolo possa esser nata una insanità simile a questa; edecco, per quel ch'io so, come avvenne.
Vegetava in Bologna, e può darsi che vi agonizzi ancora, un fogliettodi carta stampata venduto una volta la settimana ai cittadini che nonsanno come sciupare il tempo. S'intitolava «È permesso?…» e nonpoteva uscire dalla breve cerchia delle mura poichè mordeva solo gliuomini che dentro alle mura hanno fama, uffici o difetti. Perciò erascritto o in dialetto o in italiano così fitto d'idiotismi da parereun peggiorativo del dialetto. Lo dirigeva un certo Cesare Dallanoce,al cui cognome botanico s'era appiccata l'aggiunta di Moscata;giovane nottambulo, di qualche spirito, con un fisico di cercopitecopeggiorato, sotto al quale stavano mescolati l'odio e la bontà in unconnubio stravagante. Anzi l'odio era uno e le bontà parecchie; esegno dell'odio cieco, furibondo, indomabile era il Presidente diquesta Deputazione Provinciale che non gli aveva mai fatto niente;anzi non gli badava nemmeno. Ma il Moscata era fatto cosi e se la suabestia nera avesse fatto più miracoli che non S. Antonio di Padova,gli avrebbe tolti i meriti ad uno ad uno, mordendolo e lacerandolotutti i sabati nel suo foglio di carta.
Tolto questo brutto difetto, che doveva esser vizio di naturaincurabile, era buon diavolo e tutti gli volevano bene. Prestavavolentieri sè stesso e il giornale per opere di beneficenza, nondiceva troppo male del prossimo suo, insomma era simpatico a molti edodiato da nessuno.
Aveva avuto la fortuna, fin da principio, di contare tra icollaboratori «El sgner Pirein» il signor Pierino, il cui nome ed ilcui tipo non saranno dimenticati così presto dai bolognesi.
Antonio Fiacchi, bravo e buon giovane di brillante ingegno, avevatrovato questo esilarantissimo tipo del vecchio petroniano colcappello bianco a cilindro l'estate, il tabarrino a pipistrellol'inverno e le scarpe di panno tutta l'annata; il vecchiettobrontolone, credenzone, ricordatore inesausto dei tempi passati,detrattore dei presenti, ma in fondo ingenuo sino alla balordaggine.In un altro di questi giornaletti municipali aveva fatto le primearmi, in un dialetto italianizzato che accresceva comicità alcontenuto di certe lettere che non possono ricordarsi tuttora senzaridere. Il tipo aveva fatto fortuna ed era quasi assunto alla dignitàdi maschera cittadina come il dottor Balanzone; cosicchè in certefeste carnovalesche, in un villaggio di legno e di cartone che servivada fiera, il signor Pierino fu fatto sindaco e sciorinò proclami edallocuzioni da non dire. Ma il Fiacchi fu chiamato