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SCRITTORI D'ITALIA

VITTORIO ALFIERI TRAGEDIE

A CURA DI NICOLA BRUSCOLI
VOLUME TERZO

                       BARI
              GIUS. LATERZA & FIGLI
             TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI
                       1947

SOFONISBA

Cosí quest'alta donna a morte venne; che vedendosi giunta in forza altrui, morire innanzi, che servir, sostenne.

PETRARCA, Trionfo d'Amore, cap. II.

PERSONAGGI

          SOFONISBA.
          SIFACE.
          MASSINISSA.
          SCIPIONE.
          Soldati Romani.
          Soldati Numidi.

Scena, il campo di Scipione in Affrica.

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

SIFACE FRA CENTURIONI ROMANI.

Finché rieda Scipione, almen lasciarmi con me stesso potreste.—Il piè, la destra, gravi ha di ferro; al roman campo in mezzo Siface stassi; ogni fuggir gli è tolto: gli sia concesso il non vedervi, almeno.

SCENA SECONDA

SIFACE.

Duro a soffrirsi il soldatesco orgoglio! Se il lor duce in superbia anco gli avanza, come in vero valor… Ma no; mi è noto Scipione: in Cirta, entro mia reggia, io l'ebbi ospite giá: molto era umano, e mite… Stolto Siface! or, che favelli? Allora Scipione a te, per mendicare ajuti, venía; né allor, tuo vincitore egli era.— Ahi, vinto re! preso in battaglia, e tratto ferito in ceppi entro al nemico campo, ancor tu vivi?… Oh Sofonisba! a quali strette mi traggi? Or, che piú omai non debbo, né viver voglio, a tal son io, che morte dar non mi possa?… Ma il fragor di trombe giá mi annunzia Scipione. Eccolo. Oh vista!

SCENA TERZA

SCIPIONE, SIFACE.

SCIP. Resti ogni uomo in disparte. All'infelice re fora insulto ogni corteggio mio.— Siface, ove pur mai duol si potesse allevíar di vinto re, mi udresti parole or muover di pietá: ma nota m'è del tuo cor l'altezza, a cui novella piaga sarebbe ogni pietoso detto. Quind'io non altro omai farò, che trarti con la mia mano stessa i mal portati ferri: sgravar questa tua destra, io 'l deggio. Memore ancor son io, che questa destra, e d'amistade e

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