Intera l'avria Neron, se di abborrito nodo stato non fosse a Ottavia avvinto mai.
Seneca
Ma tu, de' Giulj il successor, del loro lustro e poter l'accrescitor saresti, senza la man di Ottavia? Ella del soglio la via t'aprí: pur quella Ottavia or langue in duro ingiusto esiglio; ella, che priva di te cosí, benché a rival superba ti sappia in braccio, (ahi misera!) ancor t'ama.
Ner.
Stromento giá di mia grandezza forse ell'era: ma, stromento de' miei danni fatta era poscia; e tal pur troppo ancora dopo il ripudio ell'è. La infida schiatta della vil plebe osa dolersen? osa pur mormorar del suo signor, dov'io il signor sono? — Omai di Ottavia il nome, non che a grido innalzar, non pure udrassi sommessamente infra tremanti labra, mai profferire; — o ch'io Neron non sono.
Seneca
Signor, non sempre i miei consigli a vile tenuto hai tu. Ben sai, com'io, coll'armi di ragion salde, arditamente incontro al giovanile impeto tuo mi fessi. Biasmo, e vergogna io t'annunziava, e danno,